Descrizione
Si chiama cicoria selvatica perché è diversa dalla specie coltivata derivante da un tipo mediterraneo da cui poi sono state selezionate e derivano le insalate indivie, la cicoria riccia, i radicchi e tutte le scarole. L’unica cosa che la cicoria selvatica e la cicoria domestica hanno in comune è il sapore amaro che è più pronunciato in quella selvatica. E’ il sapore amaro che rende la cicoria selvatica particolarmente apprezzata. Con le radici di cicoria selvatica, che si raccolgono in autunno, si può preparare quel surrogato del caffè che i nostri nonni conoscono bene, un caffè dal colore molto scuro che si usava quando non c’era altro.
Le radici di cicoria selvatica per fare il caffè di cicoria si fanno essiccare al sole, o in un forno di essiccazione, dopo averle tagliate per la lunghezza. Solo dopo l’essiccazione poi si possono macinare e usare per preparare il classico caffè.
In cucina, le foglie di cicoria selvatica si consumano di solito scottate e ripassate in padella con un filo d’olio e uno spicchio d’aglio, che può essere un’ottima preparazione base per il ripieno di torte e crostate salate.
Con le foglie si può fare anche un ottimo risotto come con il radicchio (in erboristeria la cicoria selvatica è chiamata anche radicchio, il radicchio domestico, infatti, non è altro che una selezione accurata di cicoria).
Trapianto
agosto settembre
Distanza
30 35 cm tra le file 20 25 cm sulla fila
Raccolta
da marzo a giugno e settembre novembre